in Cizzago
La dedicazione a Giorgio della chiesa parrocchiale di Cizzago potrebbe far pensare ad una cappella edificata fin dai tempi della dominazione longobarda. Più sicura sembra la sua esistenza nei secoli XII-XIII nell'ambito della pieve di Trenzano. Agli inizi del sec. XV era comunque già «curata» ossia parrocchiale.
La chiesa «smantellata, secondo una nota del parroco don Cerri, nel sec. XIII e ridotta in stato deplorevolissimo» forse durante la battaglia di Maclodio, venne riedificata dai conti Caprioli e più specificatamente per iniziativa del conte Luigi Caprioli e dei suoi fratelli. Come ricordava una lapide, utilizzata per coprire il ponticello del vaso Catelina sulla strada nei pressi della chiesa, la parrocchia venne terminata nell'aprile 1444 e consacrata il 3 Maggio seguente.
Più che naturale che alla costruzione, voluta dai conti Caprioli, seguisse il loro giuspatronato sulla parrocchia, ottenuto con decreto dal vescovo Pietro Del Monte il 16 agosto 1449 e in favore dei tre figli di Tartarino Caprioli, Bartolomeo, Luigi e Antonio, dei loro figli e successori maschi, in perpetuo. Sembrò ad un certo momento che il diritto di giuspatronato avesse a decadere, invece continuò fino al sec. XX.
Nonostante la grave situazione di povertà del paese, superato il colera del 1855 il parroco, don Domizio Fabeni, affrontò il problema della nuova chiesa, essendo quella antica in stato deplorevole. Iniziati i lavori nei primi mesi del 1857, nel novembre dello stesso anno la chiesa era già una realtà, tanto che lo stesso don Fabeni il 3 dicembre 1857, come ricorda la lapide posta sulla facciata, la volle benedire.
Forse perché fatta in fretta e con pochi mezzi, a distanza di nemmeno mezzo secolo, la chiesa dimostrava già segni di una decadenza irreparabile. Soprattutto era inadeguata all'aumento o, meglio, al raddoppio della popolazione. «Angusta assai per l'aumentata popolazione, priva della necessaria ventilazione quindi insalubre, screpolata e chiazzata qua e colà nelle pareti, con un tetto rovinato in modo da cadere acqua in occasione di pioggia e di neve, perfino sul S. Tabernacolo, presentava un aspetto nonché indecoroso, miserando e reclamava, per ben poco però, gravi urgenti riparazioni».
Nel 1905 l'opera era già inaugurata con l'intervento di mons. Giovanni Battista Rota, vescovo di Lodi e originario di Chiari. La chiesa venne dedicata al S. Cuor di Gesù e a S. Giorgio e da allora non conobbe sostanziali interventi se non riparazioni e abbellimenti.
Un rilevante problema fu quello delle campane tolte nel 1942 per usi bellici: delle cinque campane ne furono fuse due, le più grosse. Il 1 marzo 1947 la ditta Pietro Colbacchini di Bassano del Grappa che aveva tolto le campane nel 1942 rifuse la prima (Kg. 980) in Mi bemolle, con iscrizione: «Daemonis incursus subeunte Georgeo haec gens effugeat coeli adeatque tronum» e con le immagini di S. Carlo e S. Giorgio; la seconda (Kg. 710) in Fa, con iscrizione: «Ad cor dulce tuum populus conclamat, lesu, aeruminis fessus pronus fit pedibus tuis» e con le immagini del S. Cuore, di S. Callisto, di S. Antonio di Padova e di S. Paolo.
Parroco
Coraglia Jordan
Vicario Parrocchiale
Bergamaschi Luca
Presbitero Collaboratore
Porcelli Saverio
Presbitero Collaboratore
Zanchi Luigi