Parrocchia Sant’Antonio abate

in Castelcovati

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Cenni storici

L’attuale chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio abate venne edificata, sullo stesso sito ove sorgeva la precedente, a partire dal 1792, durante il parrocchiato di don Francesco Andreoli.

La necessità di costruire una nuova parrocchiale emerse negli anni Ottanta del Settecento. Il 23 maggio 1784 la vicinia del paese (l’assemblea dei capi famiglia) deliberò in tal senso, sulla base dell’antichità e pericolosità della vecchia chiesa, e soprattutto date le ridotte dimensioni della stessa, ormai incapace di accogliere tutti i fedeli durante le sacre funzioni.

Ma per costruire una nuova chiesa (per di più occupando un’area prima diversamente destinata) occorreva ottenere il permesso della Serenissima Repubblica, cui apparteneva allora Castelcovati.

La comunità locale ingaggiò, quindi un rappresentante legale nella capitale, Venezia, al fine di ottenere il necessario assenso, ma per ben otto anni patì nell’inutile attesa

L’8 luglio 1792 il Magistrato alla Sanità di Venezia concedeva “che siano fatte le escavazioni, e le operazioni necessarie, per edificare la chiesa stessa, resa cadente dall’antichità sua“ e ordinava che un funzionario dell’Ufficio di Sanità di Brescia facesse un sopralluogo “con commissione di vegliare sino a che il disfacimento della chiesa sia terminato, le nuove fondamenta ridotte a fiore di terra”.

Seguirono anni di intensi lavori, resi possibili dai fedeli, che offrirono denaro, materiali, giornate per vedere realizzato il desiderio di un nuovo edificio sacro.
Bisogna ricordare che proprio gli anni di realizzazione della chiesa coincisero con un’epoca tra le più tormentate della storia bresciana (caduta della Serenissima, periodo rivoluzionario e napoleonico, passaggio sotto gli austriaci), circostanza che sicuramente influenzò l’andamento dei lavori. Eppure, i castelcovatesi riuscirono nell’impresa!

La progettazione della chiesa è da ascrivere a Giovanni Donegani, uno dei più noti architetti bresciani dell'epoca. Negli anni dell’800 e dei primi 900 la Chiesa ebbe diversi abbellimenti e restaurazioni grazie al sostegno della popolazione e ad alcune offerte cospicue dei fedeli.

Negli anni Cinquanta, dal parroco don Angelo Raccagni, venne restaurata e ricollocata in chiesa la Via Crucis di Giuseppe Teosa, con l'aggiunta di decorazioni alle cornici e sottostanti portacandele elettriche; cambiati i banchi (in legno di castagno); installato un impianto microfonico (1956).

Il 4 novembre 1963 venne inaugurato il nuovo altare del Sacro Cuore, in memoria dei caduti in guerra e nel 1968 la chiesa fu dotata di impianto di riscaldamento.

Negli ultimi decenni, gli interventi più significativi sono stati: rifacimento del pavimento del presbiterio in marmo bianco e rosso; posizionamento sul cornicione di fari per dar luce all'assemblea (variati negli anni per numero e modello); ammodernamento dei due confessionali (2006); restauro dell'organo (2005-2008); posizionamento in coro di statuette di santi, in sostituzione di quelle antiche (2009); rifacimento del tetto e tinteggiatura della facciata (2013); collocazione di un busto in bronzo del papa San Paolo VI (2018).

Sacerdoti

Parroco
Coraglia Jordan

Vicario Parrocchiale
Bergamaschi Luca

Presbitero collaboratore
Porcelli Saverio

Presbitero collaboratore
Zanchi Luigi

 

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